Lo Specchio

4. Dentro Lo Specchio


Non ricordo bene cosa avessi sognato, mi è solo rimasta una sensazione di urgenza. Non c'è voluto molto per rendermi conto che qualcosa era cambiato. Con l'acqua che ancora mi riga il volto, le braccia tese sopra il lavandino per sorreggermi, alzo lo sguardo e non vedo più lo zombie che ero abituato ad affrontare ogni mattina in quella posizione.
Non so chi sia quello nello specchio, ma nei suoi occhi leggo la consapevolezza di qualcosa che si è rotto, il bisogno di smetterla con le domande e cercare il modo di uscire e non tornare mai più.

Davvero son già passati cinque anni?
Un muro di gomma di un lustro nel quale solo ora, strisciando lungo la parete, mi sembra di aver trovato un varco.
Purtroppo non sono mai stato molto sveglio in queste cose e di solito, quando realizzo la gravità della situazione, mi ritrovo ormai irrimediabilmente impigliato nella tela.
A dirla tutta in un primo momento non l'avevo nemmeno considerata sotto un certo punto di vista, almeno non fino a quando mi ha praticamente sbattuto le tette in faccia. Lì qualche dubbio m'è venuto.
Poi, cosa volete farci, io mi affeziono subito e mi ritrovo a dare molto più di ciò che è richiesto in un rapporto, molto più di quello che serve a mantenere un sano distacco emotivo.
Finisce sempre che sento la mancanza di quel "ma in fin dei conti chi se ne frega" che mi permetterebbe di valutare le cose dal giusto punto di vista, dalla necessaria distanza di sicurezza.
Zero vincoli, quella è la libertà: poter entrare e uscire da certe gabbie mentali, soprattutto le proprie.
A volte, e solo per pochi attimi, ci riesco, supero le sbarre che ho costruito con le mie mani e osservo la scena, come dall'altra parte dello specchio.
Vedo un prigioniero per scelta, incapace di ammettere, soprattutto a sé stesso, che non ha più nulla tra le mani e che forse non l'ha mai avuto.
Ora il problema è capire cosa farà più male tra restare o mollare tutto e partire.
Come con la droga o l'alcool, quando ti ritrovi intrappolato nell'impotente consapevolezza di poterti curare solo con ciò che di certo ti ucciderà. Qui non si tratta di droga, ma quasi.
In fondo è la stessa cosa quando permetti di farti prendere troppo da qualcuno e senza sapere come, ti accorgi che ormai ti scorre direttamente nelle vene.

Bel casino.
E a proposito di casini, lei ne è una degna rappresentante. A volte mi chiedo come faccia a trovarle tutte così. Eppure è semplice! Essendo incasinato pure io, mi serve un'esperta in materia.
Poi quel sogno... la luce del mattino e finalmente ho capito che i guai iniziano non appena l'idea di condividere i tuoi spazi non ti spaventa più.

Credo sia giunto il momento di organizzare un viaggio.


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