Lo Specchio

7. Barche Di Carta


È una calda sera d'estate quando coccolato dalle delusioni decido di fermarmi a mangiare un boccone della sua vita, come se non fossero già abbastanza i morsi che la sua carne ha ricevuto. La merda che ha dovuto ingoiare lei sola sa: false promesse, illusioni e belle speranze strappate da alligatori affamati di sesso e denaro.
Ma qualcosa cambia non appena entra in auto. Mi sento in imbarazzo, non so cosa dire, fare, sono rapito dai suoi occhi e da quelle labbra incontrate centinaia di volte ovunque fossi stato. Ma stanotte è tutto nuovo.
Ci troviamo seduti uno di fianco all'altra, per la prima volta, dentro un'esistenza che ha ancora troppe domande e di cui non ne conosciamo lo scopo, perché quando ti trovi a mordere la vita momento per momento, attimo dopo attimo, non è il caso di fartene troppe. Vai avanti verso l'obiettivo senza pensarci troppo.
Nel mondo funziona così: chi può, compra chi non può. Si compra la dignità, si compra la libertà, si compra un sorriso, a volte un brandello di vita (se va bene), non ce ne rendiamo conto, ma in proporzioni diverse è così per ognuno di noi.
Nonostante questa situazione sorride e mi indica un posto sicuro dove fermarci. Le domando come riesca ad essere così gentile e la sua risposta mi spiazza, fa crollare tutte le mie paure e improvvisamente non mi chiedo più chi sono, ma chi vorrei essere.
Non me la sento più di continuare, voglio comunque darle quello che le devo prima di riaccompagnarla.
Ma non accetta.
Dignità.
Sulla via del ritorno inizia a piovere e senza pensarci faccio dietro front. Tra i riflessi dei fari, la luce dei lampioni e le insegne pubblicitarie che rimbalzano sull'asfalto la rivedo.
Sola.
Ancora.
Rallento e mi riconosce, si avvicina, apre la portiera ed entra.
Pensa sia lì per lei.
Ed è così in effetti.
Sarà la situazione, ma il suo viso bagnato e le gocce di pioggia appese ai suoi folti capelli la rendono maledettamente splendida.
La notte è ancora all'inizio, il tempo è cambiato improvvisamente e lo è anche la mia vita forse.
Le propongo di mangiare una pizza insieme.
Annuisce stupita.
Chissà quanto tempo è passato dall’ultima volta che un uomo l’ha invitata a cena senza pretese.
Parliamo delle nostre vite fino all'alba, sul lungomare, in macchina come due innamorati.
Ma non è esattamente questa la situazione: i racconti di guerre che neanche immaginavo esistessero, le violenze, gli abusi, la politica vergognosamente corrotta e metà della famiglia strappata alla vita senza una ragione, ma anche gli amori, gli abbandoni ed i sogni comprati da mercanti di falsi orizzonti e lasciati infine ad annegare in alto mare.

Ha un obiettivo. Lo aveva anni fa ed è ancora lì, chiaro davanti a sé. Per niente al mondo rinuncerà alla libertà che lentamente sta riuscendo a riconquistare.
Quante cose sono nascoste alla vista dall'apparenza di una vita?

Ed io ora ho capito, ma per arrivare qui ho dovuto fare il giro del pianeta. Un pianeta che forse non ho mai osservato, di cui sono stato solo uno scadente spettatore.
Grazie, mi risponde semplicemente.
Ci salutiamo senza avere la certezza di incontrarci nuovamente.


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